DA DOVE VENGO IO - CENT'ANNI vol.1

lunedì 27 aprile 2009

SETTANTA alle porte, facebook e un paio di letture coi controcazzi

Mattinata piovosa da queste parti.
Ma sarebbe meglio dire week-end (con relativa previsione di settimana) piovoso che si trascina oltre i limiti preposti per legge.
Clima giusto per rilassarsi e tirare il fiato.
E invece...
E invece, per vari motivi che non sto ad elencare, questi son giorni di poco sonno, febbrile attività e pagine che scorrono una via l'altra.
Negli ultimi cinque credo di aver dormito non più di sei ore per notte. Ho letto parecchio.
Sono animato da sensazioni contrastanti.
Da un lato c'è la fibrillazione per l'uscita di SETTANTA, e la grande commozione per le manifestazioni d'affetto (di compartecipazione e di condivisione d'attesa) ricevute in questi giorni. Prima fra tutte l'adesione massiccia - e ben oltre le aspettative anche solo immaginate - al gruppo recentemente inaugurato su FACEBOOK relativo alla mia "Trilogia sporca": duecentodieci iscritti in poco meno di una settimana. Devastante. Grazie a tutti. Di cuore.
Sull'altro versante, come dicevo, essendo stati giorni ricchissimi di attività (quella che gli studiati chiamano "fermento intellettuale") ho scritto parecchio, ma soprattutto ho letto tantissimo. Mi sono in qualche maniera trasferito (nell'accezione propria dell'abitare) dentro due libri straordinari. E ne scrivo, significativamente, proprio ora che non ho finito nessuno dei due. Ora che, ancora, "vivo" in entrambi.
Il primo è ITALIA DE PROFUNDIS, probabilmente il libro più bello di Giuseppe Genna.
Dico "probabilmente" perchè, per formazione e debiti "di mestiere" io sono indissolubilmente legato alla quadrilogia di Lopez. Tuttavia, da molto tempo, la scrittura di Genna non ha più niente a che vedere con il noir o il thriller. La bolla in suppurazione che tendeva l'epidermide del romanzo di genere è esplosa molto tempo fa (all'epoca de L'ANNO LUCE), ha infettato lo stile e la materia stessa dello scrivere. Ha trasformato in altro la scrittura di Giuseppe Genna.
Egli stesso è stato inghiottito dalla pandemia rilasciata oltre i romanzi del ciclo di Lopez, diventando prima personaggio finzionale dei suoi stessi romanzi (DIES IRAE) e poi strumento ottico nella prospettiva dell'autofiction in questa ultima, straordinaria fatica letteraria.
Chiamo "fatica" il DE PROFUNDIS non a caso. Questo strano romanzo, che parla sostanzialmente degli ultimi due anni di vita dell'autore (anche se il fulcro invocato di pagina in pagina è l'estate 2007, la materia narrativa deborda continuamente nello spazio) è faticoso, affaticante, sia per il lettore che, immagino, per l'autore che l'ha scritto.
Leggere il DE PROFUNDIS, o almeno attraversare la prima parte del volume, è come nuotare in una pozza nera, zeppa di olio motore denso e vischioso. I movimenti propulsivi sono rallentati; è inevitabile uscirne senza sporcarsi.
Lo schiaffo, il colpo basso, la frustata a schiena nuda, arriva al centro. Nell'esatto baricentro del romanzo, sorge un capitolo intitolato QUATTRO STORIE DI MERDA CHE NON RICORDO PIU'.
Queste pagine trafiggono il lettore, lo squartano senza pietà, lo smembrano.
Lo cambiano.
E' impossibile oltrepassare illesi queste pagine.
Ovviamente non spiegherò il perchè.
Leggete e saprete.
L'altra lettura totalmente illuminate (e ferocemente lesiva) di questi giorni è stata EDUCAZIONE SIBERIANA di Nicolai Lilin. Questo libro, che narra l'infanzia e l'adolescenza di un ragazzo (nemmeno trentenne, Lilin è nato nel 1980) della Transnistria, cresciuto con la legge criminale degli Urca siberiani, finito a combattere una guerra non sua con un AK-47 in spalla, sopravvissuto al conflitto e finalmente trasferitosi a Torino, dove lavora(va. Da qualche tempo lo studio è gestito da altre persone. Ma Nicolai dice che lo riprenderà in mano presto) come tatuatore, per quanto mi riguarda è il romanzo di formazione più importante degli ultimi dieci anni. E nel contempo è anche il romanzo criminale più importante degli ultimidieci anni.
E' sopra Bunker, oltre Bunker. Considerando soprattutto che è stato scritto direttamente in italiano, che ovviamente non è la lingua madre di Lilin.
Per farvi capire la potenza di questo libro, lo riassumerò con una metafora ellroyana: è come prendere Huckleberry Finn e chiuderlo una settimana, senza cibo né acqua, in una cantina buia, in compagnia dello Zio Tom strafatto di crack.
Tanto per capirci.
Signori (e signore), vi prego, leggete questi libri.

giovedì 23 aprile 2009

Tutti gli appuntamenti live: il tour di SETTANTA e molto altro

Qui di seguito l'elenco dei prossimi appuntamenti in giro per lo Stivale col Sarassone (e soci):

9 maggio: FULL COMICS, PIACENZA. Presentazione del progetto United We Stand. Con Daniele Rudoni. Area Showcase Piacenza Expo, nel pomeriggio (a breve aggiornamenti sull'orario).
15 e 16 maggio: TORINO, SALONE DEL LIBRO, stand AGENZIA X: reading musicato del racconto UWS - TERRA DI NESSUNO, contenuto nell'antologia VOI NON CI SARETE, a cura di Alessandro Bertante, di prossima pubblicazione. Con IL MIO NOME NON HA IMPORTANZA. Nel pomeriggio (a breve aggiornamenti sull'orario).
22 maggio: OFFICINA ITALIA, Milano. Anteprima mondiale di SETTANTA. Palazzina Liberty, Largo Marinai d'Italia 1, h. 21.00.
24 maggio: NOVARA, LIBRERIA LAZZARELLI, presentazione di SETTANTA. Con Luca Ottolenghi. Via fratelli Rosselli (portici Teatro Coccia) 45, h. 18.30.
27 maggio: AD ALTA VOCE, Galliate (NO), presentazione incrociata di SETTANTA e POLAROID di Gianluca Mercadante. Biblioteca comunale, Piazza Vittorio Veneto 5, h. 21.00.
30 maggio: GENOVA, presentazione incrociata di SETTANTA e di IL GIOCO DELL'INFERNO di Ettore Maggi. Piazza Matteotti, h. 18.30
12 giugno: Settanta live in Vicenza. Orario e luogo da definirsi. In lavorazione.
16 giugno: PAGURO CAFE', Reggio Emilia, presentazione di SETTANTA con Eliselle. Via Monzermone 3/a, h. 18.30
18 giugno: LIBRERIA MELBOOK STORE, Roma, presentazione di SETTANTA con Alessandra Buccheri e Nino G. D'Attis. Via Nazionale 254-255 (metro Repubblica), h. 18.30.
20 giugno: MILANO IN BIONDA, MILANO (ma va?), Sarasso live @ LIBRERIA DEL CORSO (ma dovrei chiedere a Paolo Roversi, prima, non vorrei dirvi un posto per un altro) insieme a un manipolo di altri valorosi autori. Il gioco della serata è scolarsi una birra e raccontare il proprio romanzo in cinque minuti. Comunque h. 21.30
22 giugno: Segrate, Circolo Arci Magnolia, reading corale di VOI NON CI SARETE (AGENZIA X), via Circonvallazione Idroscalo 41, h. 21.00.
26-27 giugno: UNIVERSITY COLLEGE OF CORK, IRELAND, il vostro scrittore (non più, ahimè...) over 100 preferito partecipa, in qualità di keynote speaker (anvedi...), al convegno (CONTRA)VENTIONS.
luglio (data da definirsi): Vercelli, Libreria Mondadori, Piazza Cavour (portici Corso Libertà) , presentazione di SETTANTA con Remo Bassini (direttore de LA SESIA).
7 luglio: Bologna, Libreria Modo InfoShop, presentazione di SETTANTA con la banda KAI ZEN.
17 luglio: Varese, libreria Feltrinelli, Corso Aldo Moro 3, h.21.00.
13 luglio: Segrate, Circolo Arci Magnolia, presentazione di SETTANTA, via Circonvallazione Idroscalo 41, h. 21.00.

Insomma, si prospetta una bella estate...
Tra qualche settimana le prossime date.
Ci si vede là (e là, e là, e là...)

lunedì 20 aprile 2009

Indovina chi viene a cena: Pennac a Novara, 19 aprile 2009


Poi dici la fatalità...
No, dico: quante probabilità ci sono che a Novara (ridente cittadina sulla Milano Torino, nota per il suo buon umore ma non certo per il suo fervore culturale) organizzino un festival internazionale con scrittori di grosso calibro (da Grossman a Sepulveda, tanto per intenderci).
Mica tante, nè? Eppure...
Mettiamo pure che ci siano dei matti che lo organizzano... ma vuoi mica che vadano proprio a invitare quel professore di Bellville che nei Novanta mi ha fatto ammattire con la saga di quella famiglia strana col cane epilettico. Che ha scritto pure quel libro coi diritti del lettore (che per la prima volta, io, dopo averli letti non mi sono più sentito in colpa a mollare lì un romanzo a metà) e mica tanto tempo fa quell'altro libro sulla scuola dove confessava che lui, asino cronico, ha finito per diventare una specie di mito per i ragazzi delle proprie classi.
Eppure...
Ok, Pennac a Novara. Non sembra vero ma è così.
Ora, dato per certo il migliaio di persone che verrà a vederlo, vuoi mica riuscire anche a farti autografare un libro?
Attendendo un'oretta al freddo, per carità, eppure...
E alla fine della giornata, dopo esserti beato delle sue parole (in una lingua che ignori, ma che di colpo diventa comprensibile, grazie all'impeccabile traduzione di quel gentiluomo d'altri tempi di Paolo Noseda), vuoi mica persino andarci a cena insieme? Questo è assurdo, fuori discussione. Decisamente un sogno matto.
Eppure...
Ma partiamo dall'inizio, che se no c'incasiniamo.
Ieri, ore 17.00 più o meno. Domenica piovosa di primavera inoltrata ma in casa Sarasso fervono i preparativi manco fosse la prima dell'esodo d'agosto. Sarassone già pronto e vestito di tutto punto alle 16.30, gatta impazzita che corre e salta bucando il cellophane che ricorpre la stanza in ristrutturazione (da circa un mese si vive come i nomadi della Strada Rossa per colpa dell'Elettrcista Che Non Arriva Mai) e Dolce Metà che prima dà appuntamento ai suoi allievi alle 17.30 di fronte al Comune ("Mi raccomando, non fate tardi!") e poi alle 17.35 è ancora intenta a seminar belletti in giro per casa.
Corsa folle per le vie del centro, parcheggio selvaggio nei pressi della Facoltà di Economia e, più veloci di Usain Bolt, schizziamo verso la sala conferenze in cui Daniel Pennac sta per tenere il suo show per la gioia dei novaresi grandi e piccini.
Al nostro arrivo (ovviamente) la sala è gremita. Gli allievi di mia moglie sono dentro da un pezzo, sorridono dai loro posti a sedere che per noi (e per il milione di persone alle nostre spalle che pressa per entrare) non ci sono più.
Depositiamo cappotti e ombrelli in grembo ai molti amici già seduti (seduti per forza: non son mica rimasti a rifinirsi il trucco fino alle cinque e venti, loro...;-)) e sgomitiamo in cerca di uno spiraglio.
A questo punto accade il primo miracolo della giornata: Mauro, amico di vecchia data, scorge mia moglie e, da vero gentiluomo, le cede la propria sedia. Con non chalance va poi ad accomodarsi in prima fila, tra le autorità.
Io, roso dall'invidia, comincio a vagare tra la folla, convinto che il mio destino sarà quello di trascorrere la prossima ora e mezza a sostenere una delle pareti antiche della sala. E, per consolarmi, mi racconto che son già parecchio fortunato a essere entrato. Là fuori c'è un miliardo di cristiani che strepita e sgomita e non vedrà un bel niente.
Ma proprio mentre son lì con la faccia contrita e paonazza, qualcuno al microfono annuncia che i bambini e i ragazzi possono "accomodarsi di fronte al palco". Il che significa che hanno formalmente il permesso di stravaccarsi in terra. Proprio mentre son lì che mi chiedo se poso passare ancora per "ragazzo" a trent'anni suonati, proprio mentre sono già pronto ad andare a sdraiarmi sul marmo gelido o a rattrappirmi nella posizione del loto sulla moquette cremisi fronte palco (qualunque cosa, pur di mettere giù il culo...), il secondo miracolo - una autentica manifestazion di misericordia divina - mi travolge con la potenza di un esercito di berberi impazziti al galoppo.
Una coppia di amici con figli, premurosamente arrivata un'ora prima dell'inizio dello spettacolo, alza di peso i pargoli, li munisce di libri da autografare e li scaraventa in prossimità delle sedie destinate a intervistatore, interprete e intervistato.
Io assisto alla scena attonito, sbalordito. Finchè la mamma mi indica una delle due sedie che i figli hanno appena (palesemente contro la loro volontà) liberato e mi sorride. Io, incredulo, faccio finta di rifiutare ma, quando vedo che una elegantissima signora sovrappeso appoggia le chiappe su uno dei due posti senza nemmeno dire "bah", mi fiondo a occupare il rimanente.
Non mi sembra vero.
Un quarto d'ora di attesa (trascorso a guardarmi intorno e a rimirare il pubblico delle grandi occasioni) e finalmente monsieur Pennac arriva. L'onore di intervistarlo tocca a Sergio Pent, mentre della traduzione si occupa Paolo Noseda, l'interprete di CHE TEMPO CHE FA, la trasmissione di Rai 3 condotta da Fabio Fazio.
Lo spettacolo dura quasi due ore. Fitte fitte eppure leggerissime. Pennac è sereno, scherza parecchio: aggiunge un undicesimo diritto del lettore ai dieci elencati in COME UN ROMANZO, racconta di quel professore che lo fece diventare un "piccolo matematico" ai tempi del liceo, giura d'aver sognato un nuovo episodio della saga di Maluassene (e promette che di qui a venticinque, trent'anni, lo scriverà senz'altro), accoglie i complimenti e le domande del pubblico con pazienza e trasporto.
Pent conclude con un quesito epocale: "Cosa dice, signor Pennac? Ce la ridarebbe Carla Bruni in cambio di Silvio Berlusconi?"
Monsiuer Daniel ci pensa su, poi alza le braccia e dice che si tiene Carla.
Dismissed.
Il popolo dei lettori/ascoltatori scema giù da basso e io mi faccio trascinare dalla folla.
La coda per accaparrarsi l'autografo è infinita, per cui io e la mia signora ci fermiamo a chiacchierare con delle amiche (una delle quali, Francesca, a momenti mi lascia il libro da autografare - deve scappare a casa dalla famiglia - ma poi ci ripensa. Quando leggerà queste righe, ne sono certo, si pentirà dell'insano gesto per sempre...).
Chiacchiera tu che ti chiacchiero io, si fa ora di cena ma la coda non accenna a scemare.
Ma noi teniamo duro e intorno alle nove riusciamo ad accaparrarci la firmetta.
Pennac, sulla copia di DIARIO DI SCUOLA scrive "VOTATE SIMONE!" Su COME UN ROMANZO "VIVA MARIANGELA!"
A quel punto siamo veramente rimasti in pochi, dal momento che eravamo gli ultimi della fila, e Roberto Cicala, il direttore di Interlinea (la casa editrice novarese che insieme alla Provincia ha organizzato l'evento) esclama "Andiamo a cena?"
E' in questo momento che avviene il terzo miracolo della giornata: io e mia moglie ovviamente faremmo carte false per cenare con Pennac, ma nessuno ci ha invitato esplicitamente. Lì per lì pensiamo di imbucarci (siamo dei maestri), ma comunque temiamo che, una volta arrivati al ristorante, i posti siano tutti prenotati e a noi tocchi una figura barbina.
Lungo la strada dalla sala conferenze al luogo adibito al desinare io mi figuro già la scena: Pennac, sua moglie, gli uomini di Interlinea e l'addetta stampa Feltrinelli prenderanno posto e noi due rimarremo di sale. In piedi a ciondolare, a mendicare una sedia. Magari poi loro si stringeranno e, nell'imbarazzo generale, ci faranno spazio, non rivolgendoci comunque la parola per tutta la sera e riferendosi a noi, nei racconti futuri della serata, come a "quei due là."
Cose del tipo: "Ti ricordi quei due là? Ma chi cavolo erano? Due facce come il culo! Ci son venuti dietro e hanno anche preteso di sedersi. Che vergogna! O tempora o mores!"
E invece, un nuovo miracolo era in attesa: varchiamo la soglia dell'albergo scossi dai tremori e dall'imbarazzo finchè davanti ai nostri occhi sbarrati non si squderna la tavola imbandita. Io conto i posti a tavola e non credo a me stesso. Li conto una volta, sbatto le palpebre, poi li riconto: cacchio sono otto!
C'è posto anche per noi.
E qui mi assale il dubbio amletico: vuoi dire che ero invitato a cena con Pennac e non lo sapevo?
O forse era invitato qualcun altro e non si è presentato?
La domanda mi squassa per un intero secondo.
Dopodichè mi siedo e comincio a mangiare.
Lo stesso fa mia moglie.
Vivrò nell'incertezza. Ma - ne sono certo - vivrò felice.
La serata è a dir poco magnifica. La lingua universale è il francese. Metà delle persone che siedono a tavola (la metà di cui, orgogliosamente, faccio parte) non lo parla.
L'altra metà è madrelingua o quasi.
Eppure non fa niente. Persino io, che col francese non sono nemmeno parente alla lontana, io che a Parigi facevo fatica a ordinare da mangiare, ascolto tutto, capisco tutto.
Pennac parla in francese e o rispondo in italiano. La conversazione è perfetta, senza cedimenti.
Di quando in quando, Noseda traduce, ma da un certo punto in poi non è più necessario.
Mi si rivolge nella lingua di Brigitte Bardot e io gli rispondo in quella di Nino Frassica, ma ci si intende ugualmente alla perfezione.
E' meraviglioso: si chiacchiera spaziando Oriana Fallaci a Vittorio Gassman, alla matematica, al calcio (Zidane la fa da padrone), alla cucina, al vino, alle vacanze.
Mangiamo bresaola, risotto e gorgonzola. Ci scoliamo due bocce di dolcetto d'Alba.
Verso le undici Roberto accompagna Paolo e Lucia - l'addetta stampa Feltrinelli - in stazione. Tornano a Milano.
Daniel e sua moglie Minne dormono a Novara.
Prima di congedarci, voglio il mio feticcio. Voglio un ricordo, una prova dello straordinario evento.
Sennò nessuno crederà a questa storia magica.
Ne parlo con Daniel. Decidiamo di fare qualcosa di speciale: una foto di famiglia.
Madame e monsieur Pennac si accomodano sulle seggiole. Io e mia moglie, stretti stretti, ci posizioniamo in piedi alle loro spalle.
Alessandro di Interlinea scatta. Due volte, con la sua macchina e con il mio telefonino.
Guardo il risultato: sono al settimo cielo.
Sbirca anche Daniel. Sorride a Minne: "Guarda cara. Dovremmo mostrarla agli amici: 'Vedete, qui eravamo in Italia coi nostri ragazzi...'"
Minne ride. Ride Alessandro, ride mia moglie Mary. Rido anch'io.
Baci e abbracci di fine serata.
Filiamo verso casa camminando a dieci centimetri da terra.
Una giornata memorabile. Di quelle che non ti scordi finché campi.

martedì 14 aprile 2009

Settanta: prima intervista e (per ora striminzito) calendario presentazioni


Cari lettori,
eccoci. Uscito vivo per miracolo dalle abbuffate pasquali (ieri, in un tripudio di propensione al vizio + senso del dovere mi sono sparato otto ore di lavoro intervallate da una magnata cosmica. Sono stato seriamente preoccupato per la mia integrità psicofisica...), metto fuori il naso per segnalarvi l'uscita su NOVAMAG della prima intervista al sottoscritto su SETTANTA. L'autore è Massimiliano Di Giorgio e il pezzo lo trovate qui.
E sempre in tema SETTANTA, ecco il primo abbozzo di calendario presentazioni:
Il libro uscirà il 20 maggio, e il 22 maggio verrà presentato in anteprima a Milano a OFFICINA ITALIA(purtroppo il sito non è ancora aggiornato, ma lo sarà a breve). Ore 21 o giù di lì.
Il 27 maggio, in compagnia di Gianluca Mercadante e del suo POLAROID, sarò a Galliate, alla Biblioteca Comunale, nell'ambito della rassegna AD ALTA VOCE. Doppia presentazione, ricchi premi e cotillons. Anche qui verso le nove di sera.
il 30 maggio sarò a Genova: anche qui in compagnia d'un altro amico, Ettore Maggi, e della sua ultima fatica letteraria, la raccolta di racconti IL GIOCO DELL'INFERNO, in uscita per Besa.
Saremo ospitati nella centralissima Piazza Matteotti all'interno di una rassegna curata da Nando Dalla Chiesa.
In via di definizione le date di Novara e Vercelli. Come dicono nell'ambiente del cinematografo: vi faremo sapere.
Visto che siamo in tema, comincio ad accennarvelo, poi più avanti ne parliamo con calma: da metà giugno in poi, sarò in giro con SETTANTA e sono in cerca di date. Se avete piacere di avere il Sarassone dalle vostre parti, fatemi un fischio. Vedremo di accordarci.

sabato 4 aprile 2009

Wunderkind


Su Carmilla si dice di un certo libro che tanto mi è piaciuto...
E che per fortuna è solo il primo volume d'una trilogia.

mercoledì 1 aprile 2009

La Franza è sempre la Franza


Eccomi qua, gentili lettori, pesantemente affaticato dalla tre giorni oltralpe ma molto soddisfatto.
Questa volta non vi servirò il consueto reportage extra-large perchè mi piacerebbe, prima o poi, raccontare diffusamente quello che è successo per esteso su carta stampata. Tra quelle pagine, presumibilmente, troverete anche gli interventi accademici.
Mi sembra in ogni caso doveroso fermare alcuni punti fissi:
1) Claudio Milanesi e sua moglie Chiara sono persone meravigliose.
2) Anche gli impiegati di Car Glass in terra straniera sono persone meravigliose (non mi hanno chiesto una lira e han riparato il danno. E meno male, perchè viaggiare per chilometri a finestrino giù non è un granchè salutare; per maggiori dettagli, chiedete a Wu Ming 1...)
3) Il pubblico italo-francese è semplicemente straordinario.
4) Anche la cucina non è niente male.
5) Di fronte a un sacco di gente, microfono alla mano, i Nuovi Epici Italiani fanno la loro figura.
6) Intorno al tavolo, bottiglia alla mano, i Nuovi Epici Italiani possono generare orribili mostri bicefali.
7) Ci fosse stato più sole, avrei preferito.
8) E' stato un immenso piacere incontrare di nuovo vecchi amici che non vedevo da un anno.

Insomma: grazie Claudio, grazie Chiara. Grazie all'Università della Provenza e all'Istituto di Cultura Italiana di Marsiglia. E anche all'associazione studentesca Trinacria, che ci ha trattati come pascià.
Tre giorni da antologia.

Qualche foto circola già su Faccia Bocca. Ne arriveranno presto altre.